La nuova rieducazione nella chirurgia protesica articolare di anca e ginocchio senza dolore.
Le procedure rieducative dopo intervento di protesi articolare sono negli ultimi anni totalmente cambiate; soprattutto per quanto riguarda la protesica più frequente e cioè quella d’anca.
Completamente diverse sono anche le metodiche chirurgiche di impianto degli elementi protesici e le moderne tecnologie a disposizione.
La riduzione progressiva dell’invasività legata all’atto chirurgico ed il rispetto scrupoloso di tutti i tessuti dalla cute ai muscoli ai tendini fino all’articolazione durante le procedure di esecuzione dell’impianto protesico, hanno rivoluzionato il trattamento post-operatorio.
Il concetto del movimento immediato, della aggressività rieducativa non hanno più luogo a procedere.
Purtroppo ancora oggi questo binomio: movimento precoce della articolazione protesizzata – anche se dolorosa – e rieducazione alla attività muscolare con tecniche invasive, spesso contro resistenza (pesi) eseguite anche molto precocemente, resiste nella cultura rieducativa più tradizionale.
Ma non è più così. Le procedure chirurgiche poco invasive, il rispetto totale dei motori tendinei e muscolari, il design avanzato degli elementi protesici fornisce un post-operatorio molto semplificato, con un progressivo e spontaneo ritorno di movimento articolare che deve solo essere assistito, consentito ed aiutato dall’opera vigile del fisioterapista e da sofisticate apparecchiature che muovono progressivamente l’articolazione protesizzata in rilasciamento e senza dolore.
Le procedure anestesiologiche e di tutela del dolore post operatorio riducono al minimo la dolenzia peri-articolare e la contrattura antalgica dei muscoli intorno alla nuova articolazione, consentendo un recupero pressoché spontaneo nel post operatorio.
La protesizzazione dell’articolazione malata non crea più un nuovo e diverso giunto articolare che deve conquistarsi una nuova funzione a prezzo di un difficile e doloroso percorso di cura, ma al contrario è un nuovo e misurato elemento articolare che, ricalcando forma e funzione di quello malato, si sostituisce ad esso in maniera indolore e senza modificare gli assetti funzionali preesistenti.
Per tutto ciò i gruppi chirurgici più specializzati come il nostro, pianificano l’evento chirurgico nei minimi particolari per arrivare ad un intervento micro invasivo, non doloroso, che quasi sempre non ha bisogno di rieducazione articolare se non quella che si riduce a pochissimi minuti di esercizi giornalieri.
Sono evitate le lunghe dolorose sedute di rieducazione passiva al movimento, le ginnastiche contro resistenza e la precocità imperiosa di movimenti manuali indotti nei primi giorni del post operatorio.
In questa nuova filosofia rieducativa prodotta da una nuova chirurgia protesica d’anca, la figura del fisioterapista è necessaria per presiedere alla ginnastica respiratoria al recupero della stazione retta e della deambulazione assistita e nella espletazione di contrazioni muscolari selettive isometriche apprese nei giorni precedenti all’intervento.
Un panorama quindi diverso dove una nuova alleanza tra chirurgo e fisiatra si fonda su:
- un grande rispetto dei tessuti, della meccanica e della funzione articolare da parte del chirurgo;
- una rieducazione estremamente poco invasiva da parte del fisioterapista;
- un sistema integrato che dal planning pre-operatorio all’atto chirurgico, fino alla moderna e competente rieducazione propongono una chirurgia poco invasiva, quasi indolore, con perdite sanguigne contenute e un semplice programma rieducativo.